Turismo culturale: gli impegni del Governo e un nuovo modello di offerta
Intervista a Lorenza Bonaccorsi, già Sottosegretario MiBACT
Oltre 10,5 miliardi di euro è il valore complessivo delle misure messe in campo dal Governo fino a fine dicembre 2020 per i settori della cultura e del turismo, così duramente colpiti dal Covid-19. Quali sono stati e quali saranno gli ulteriori impegni governativi per il settore del turismo culturale?
Il Governo, a partire dal Decreto di marzo 2020, ha messo in campo una serie di interventi che cercano, se non di risolvere, quantomeno di far sì che si riesca a far fronte da una parte alle necessità delle imprese, dall’altra a quelle dei lavoratori (un esempio fra tutti, l’attivazione della cassa integrazione assente in Italia nel comparto del turismo fino a prima della pandemia).
In particolare, per quanto riguarda le città d’arte è stato istituito un fondo perduto di 500 milioni di euro che interviene su quelle attività commerciali di vendita di beni o di servizi al pubblico, presenti nei centri storici di 29 città d’arte, che abbiano subito un calo di fatturato di almeno un terzo di quanto registrato nel 2019. Inoltre, al fine di sostenere la ripresa delle attività economiche e turistiche, fortemente danneggiate dall’emergenza da Covid-19, il Decreto Rilancio ha esonerato dal pagamento di TOSAP (tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche) e COSAP (canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche) gli esercizi pubblici titolari di concessioni o di autorizzazioni concernenti l’utilizzazione del suolo pubblico, con conseguente via libera a tavoli e spazi ristori all’aperto in modo da compensare il distanziamento sociale reso obbligatorio dalle norme governative ai fini della sicurezza dei cittadini. Sono stati presi provvedimenti anche a favore delle imprese ricettive, delle agenzie di viaggio e delle guide turistiche che prevedono fondi ad hoc ed interventi sia economici che, ad esempio, di tax credit per gli affitti e di sanificazioni. E in ambito di Legge di Stabilità 2021 abbiamo lavorato ad una serie di strumenti finanziari che potranno dare ulteriore ristoro alle attività turistico-ricettive.
In questi mesi, quindi, abbiamo messo in campo diverse misure per sostenere il nostro turismo e la nostra cultura, due settori per cui il mondo invidia l’Italia, e molto dovremo ancora lavorare per riuscire a superare quantomeno il prossimo semestre e a capire quale sarà l’andamento della pandemia.
In Italia il tema del turismo non ha mai goduto di riflessioni particolari o di politiche peculiari. Si sono spesso inseguiti modelli che di fatto non ci appartenevano del tutto e, al contempo, ci si è trovati travolti da innovazioni tecnologiche rivoluzionarie al punto che non si è riusciti a stare al passo dei cambiamenti. E le città d’arte sono state grandemente coinvolte da queste dinamiche: un esempio per tutti, il fenomeno dell’extra alberghiero, ovvero della diffusione del “fenomeno Airbnb”, che il Governo in questi anni non è riuscito a fronteggiare con una regolamentazione seria né a comprenderne la portata, soprattutto in alcuni centri storici.
Abbiamo organizzato e stiamo continuando ad organizzare numerosi incontri con gli assessori al turismo delle città d’arte per studiare insieme quali possano essere le azioni e gli ulteriori aiuti da mettere in campo; la stessa Direzione Generale del Turismo sta lavorando su alcuni progetti finalizzati alla promozione delle città d’arte nei prossimi mesi. Sono riflessioni che, ovviamente, vengono condivise anche con l’istituzione regionale e con l’Ente Nazionale italiano per il turismo.
Ora è il momento di avere ben chiaro quale dovrà essere, nei prossimi anni, il modello turistico verso cui vogliamo andare in una epoca di post-Covid.
Quale dovrà essere il modello di offerta turistico-culturale, a cominciare dalle città d’arte, a cui puntare in un mondo post- Covid?
Fino a prima della pandemia l’Italia era ai vertici delle classifiche delle destinazioni più ambite dal turismo internazionale e questo rimane certamente il nostro punto di forza per il futuro! Certo, ora bisognerà vedere quali saranno le tendenze effettive in tempi di post pandemia; ma il binomio turismo-
cultura è sempre stato il nostro valore aggiunto e il turismo culturale l’asset che ci vede più forti rispetto agli altri paesi del mondo, laddove le città d’arte e il prezioso patrimonio storico-culturale e artistico diffuso sui nostri territori offrono al visitatore una esperienza unica ed eccezionale.
Tuttavia, per il prossimo futuro sarà necessario puntare ad un grande piano di riqualificazione dell’offerta del sistema turistico-culturale, a cominciare da quello delle nostre città d’arte, e delle nostre strutture ricettive, per poi essere pronti a posizionarci su un target di livello sempre più alto e di qualità. Il nuovo modello di offerta turistico-culturale dovrà avere una direzione sostenibile nel rispetto della fragilità dei nostri territori, centri storici e patrimoni storico-artistici, ma al contempo dovrà anche produrre ricchezza per le nostre comunità che abitano quei territori.
Costruire un ambiente “accogliente” per i visitatori e indirizzarli verso una fruizione corretta del nostro patrimonio storico-culturale e ambientale, avendo però chiara l’importanza centrale che il comparto turistico, in quanto industria che genera ricchezza, ha per il nostro Paese; in altre parole, capire quale nuovo modello vogliamo costruire insieme nei prossimi anni è la grande scommessa da affrontare.