Priorità per i borghi, luoghi dell’anima e della memoria
Intervista a Fiorello Primi, Presidente Associazione Borghi più Belli d’Italia
Da oltre 20 anni l’Associazione Borghi più Belli d’Italia, da lei presieduta, è impegnata nella valorizzazione dei piccoli borghi storici italiani e del loro ricco patrimonio culturale. Finalmente ora la loro rigenerazione culturale e sociale è diventata un asset centrale per la ripresa economica del Paese nell’ambito dei finanziamenti del PNRR: qual è la sua opinione in merito e quali sono a suo avviso le priorità di cui i progetti che verranno presentati dovranno tener conto?
Il Mibact dichiarò il 2017 “Anno dei Borghi” e istituì un Comitato Nazionale che elaborò una “Carta dei Borghi” contenente una serie di linee programmatiche, in gran parte ancora valide, nelle quali emerge chiaramente come il borgo sia, prima di tutto, la comunità che vi abita e che custodisce un grande patrimonio unico di valori, tradizioni, culture che hanno bisogno di essere tramandate e salvaguardate.
La crisi pandemica con le limitazioni imposte dal virus negli spostamenti e per gli assembramenti ha indotto moltissime persone a scegliere località più decentrate e meno frequentate rinverdendo così il gusto della scoperta e della Bellezza di prossimità diffusa sul territorio. I 327 selezionati come borghi più belli d’Italia, sono diventati per molti italiani un rifugio sicuro dove trascorrere una vacanza ritagliandosi uno spazio di benessere al di fuori dell’ansia e della frustrazione.
Se infatti da un lato si va sempre più diffondendo una pericolosa tendenza alla banalizzazione e alla semplificazione nei gusti dei turisti, dall’altro riemergono le caratteristiche identitarie dei luoghi della nostra storia che attirano i veri viaggiatori, quelli che vanno ricerca dell’anima dei territori. Viaggiare per borghi crea un indotto, in termini di occupazione e servizi, che consente alle comunità di sopravvivere e non disperdere il patrimonio accumulato nei secoli e, in qualche caso, nei millenni.
Il PNRR ha destinato risorse per finanziare progetti di rigenerazione urbana e sociale finalizzate al miglioramento della dimensione e della qualità dell’offerta turistica nei borghi che costituiscono una destinazione diffusa e attrattiva per la qualità architettonica, per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico e enogastronomico. Oltre a creare le condizioni di accoglienza e ospitalità per lo sviluppo del turismo occorre risolvere i problemi a causa dei quali lo spopolamento dei borghi è ancora in atto. Interventi per facilitare l’accessibilità fisica, viabilità, parcheggi e sistema di trasporto pubblico, e digitale con la connessione veloce e la banda larga. La possibilità di accedere a servizi fondamentali a tutela della salute e della istruzione è un requisito ineludibile se si vuole bloccare l’esodo dai borghi e favorirne il ripopolamento incentivando l’avvio di attività imprenditoriali innovative e sostenibili e favorire lo smart-working. C’è bisogno di interventi importanti nel campo della digitalizzazione del patrimonio artistico e architettonico oltre che per l’abbattimento delle barriere architettoniche fisiche e sensoriali e per la messa in sicurezza dai rischi idrogeologi e sismici.
Insomma occorre un Piano Strategico Nazionale per la rigenerazione urbana e sociale dei borghi e delle aree interne mettendo al lavoro tutti coloro che hanno competenza nel campo dell’informatica e della digitalizzazione, dell’architettura, dei servizi pubblici a rete, della storia dell’arte, della geologia, della ingegneria del territorio e del paesaggio ecc….
L’Italia ha un patrimonio di tecnici di alto livello e Università diffuse su tutto il territorio nazionale: si tratta di mettere insieme queste forze per un grande lavoro di elaborazione progettuale sul quale impiegare ingenti risorse umane materiali per i prossimi decenni. Si potrebbero creare così migliaia di posti di lavoro soprattutto per i giovani e far diventare, attraverso la tutela dei borghi e delle aree interne, l’Italia un Paese migliore perché sempre più a misura d’uomo.
I borghi sono importanti perché sono il luogo dell’anima e della memoria e le comunità che ci vivono sono l’essenza del Bel Paese che tutto il mondo invidia e che, quindi, abbiamo il diritto ma anche il dovere di salvaguardare e migliorare. Un patrimonio che in accordo con i principi UNESCO (si veda la Convenzione del 2003 per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, ratificata dall’Italia nel 2007) va tutelato dal turismo di massa e valorizzato in modo sostenibile coinvolgendo le comunità locali che contribuiscono al mantenimento e alla trasmissione di saperi, riti e tradizioni alle nuove generazioni.