Per un Lazio sempre più creativo
di Gian Paolo Manzella, Consigliere Regione Lazio
Parlare di creatività oggi significa, anche nel Lazio, parlare di economia, crescita, occupazione. Sì, perché dietro questa parola apparentemente così frivola, ci sono invece cose molto serie. Basta qualche numero per capirlo.
Nella nostra Regione l’industria creativa genera ogni anno un valore aggiunto di 14,7 miliardi di euro. Viene da qui, insomma, il 9% della ricchezza prodotta nel Lazio. Un comparto che conta 40 mila imprese e oltre 200 mila persone occupate. Anche se non sempre ce ne rendiamo conto, viviamo letteralmente immersi nella creatività. Siamo, ad esempio, la Regione della televisione, del cinema e dell’audiovisivo (in cui siamo leader a livello nazionale). Ma ci sono enormi potenzialità in molti altri comparti: dalla moda al design, dall’architettura ai videogiochi, dal fumetto alla comunicazione. Ed è solo da poco tempo che abbiamo iniziato ad esplorare l’immenso campo delle tecnologie applicate ai beni culturali: un grande volano per il turismo – come dimostrano gli esempi del Foro di Cesare e di Augusto, delle Domus romane di Palazzo Valentini e dell’Ara Pacis – che può diventare una priorità strategica della nostra economia.
E non sono solo i numeri a dirci che la nostra è una Regione a vocazione, creativa. Il Lazio è anche il luogo di think tank specializzati, come Symbola e Civita, che ogni anno si incaricano di analizzare e ‘pesare’ questa risorsa. È sede di manifestazioni come la Maker Faire o Romics, capaci di attirare centinaia di migliaia di persone da tutta Italia, e non solo. E, ancora, si trovano nella nostra Regione luoghi di formazione d’eccellenza – dal Centro sperimentale di cinematografia alle accademie di moda, dall’ISIA alle Facoltà universitarie – che sfornano ogni anno professionisti, che spesso in pochi anni diventano protagonisti di livello mondiale. C’è tutto, insomma, perché il Lazio stia – con una propria fisionomia e proprie aree di specializzazione – nel gruppo delle Regioni più dinamiche in fatto di creatività a livello europeo.
Per procedere in questa direzione serve, però, una strategia che porti avanti il lavoro già iniziato in questi anni con il programma LazioCreativo e che lo faccia individuando i comparti su cui puntare e costruendo attorno ad essi una politica coerente. È esattamente l’obiettivo della proposta di legge sulle imprese creative e culturali appena depositata in Consiglio regionale: un testo che disegna i contorni di un ecosistema per le imprese, definisce assetti organizzativi, individua precisi strumenti d’intervento. Sono tre i punti qualificanti:
1) La proposta si impegna prima di tutto a sostenere le imprese creative. Saranno aiutate a nascere e crescere con diversi strumenti che permetteranno di superare le difficoltà di accesso al credito proprie di questo settore. Oltre ai contributi finanziari e al venture capital, la concessione di vouchers permetterà alle imprese tradizionali di acquistare servizi di designer o pubblicitari e a quelle creative di collaborare con Università, centri di ricerca e istituzioni culturali. Le norme che promuovono il ricorso al crowdfunding aiuteranno poi la collaborazione tra pubblico e privato in quest’ambito e prepareranno gli imprenditori all’appuntamento con la raccolta fondi. Non solo finanziamenti però. Attraverso strumenti di assistenza tecnica le imprese creative saranno, infatti, aiutate in temi quali marketing e contabilità e inserite in programmi di incubazione e accelerazione.
2) Il secondo capitolo è quello dedicato agli spazi. Un territorio esprime la propria creatività a cominciare dai luoghi: sono i fablab, i coworking, gli incubatori e gli acceleratori a disegnare il volto creativo di una città o di una Regione. Ed è per questo che la proposta prevede un censimento degli immobili pubblici inutilizzati e un sostegno alla loro riqualificazione e trasformazione in spazi creativi, anche in partenariato con i privati.
3) E, finalmente, quella depositata in Consiglio regionale è una normativa che punta a far conoscere i creativi e a far emergere l’importanza del settore per il volto economico della nostra Regione. A questo specifico profilo sono diretti, tra gli altri, il Premio per il creativo dell’anno e le risorse previste per le amministrazioni che, ognuna nel proprio contesto territoriale, promuoveranno programmi per la creatività.
Imprese, luoghi e persone. Sono questi i perni essenziali attorno ai quali creare un ecosistema creativo nel Lazio: un ambiente in cui le imprese trovino le condizioni per crescere e competere sui mercati; nel quale aziende tradizionali e creative si parlino e si ‘contaminino’; dove anche la pubblica amministrazione – come avviene nelle esperienze più avanzate – potrà avvicinarsi al design e al gaming per offrire servizi pubblici migliori.
A testimonianza di un ritardo che non è solo nostro, è la prima proposta di legge di una Regione Italiana sul punto. Nel prepararla non ci siamo inventati nulla. Abbiamo solo cercato tra le migliori prassi europee e importato quelle che sembravano le più adatte alla nostra realtà. C’è, in fondo, della creatività anche in questo.