Next Generation Culture
L’Associazione Civita nel corso dei suoi oltre trent’anni di attività ha più volte analizzato e documentato, attraverso pubblicazioni e convegni, l’evoluzione nelle relazioni fra tecnologie e mondo dei beni culturali.
In una fase storica complessa e delicata come quella che stiamo attraversando, segnata da trasformazioni senza precedenti nelle modalità con cui le istituzioni culturali interagiscono con i pubblici e attuano la propria proposizione di valore all’interno di un settore profondamente segnato dalle limitazioni imposte dalla pandemia, abbiamo deciso di affrontare, con il XII Rapporto Civita “Next Generation Culture. Tecnologie digitali e linguaggi immersivi per nuovi pubblici della cultura”, le attuali sfide della rivoluzione digitale. L’obiettivo è fornire un contributo ad un tema di cruciale importanza sia per le istituzioni culturali che per le diverse aziende che aderiscono alla nostra Associazione.
Le prolungate chiusure dei luoghi della cultura determinate dalla pandemia hanno accelerato quel processo di rinnovamento in chiave digitale già avviato da tempo, pur con ritmi e intensità diverse a seconda delle caratteristiche delle organizzazioni e della loro predisposizione alla sperimentazione; all’impossibilità di accedere fisicamente agli spazi culturali ha fatto da contraltare la nascita o il potenziamento di ambienti digitali in cui continuare a fruire virtualmente del nostro sconfinato patrimonio. L’esperienza pandemica sta, quindi, impartendo diversi insegnamenti, tra i quali la necessità di ripensare i modelli organizzativi e valorizzare in modo innovativo il patrimonio culturale, favorendo attraverso il digitale un’accessibilità molto più ampia ed inclusiva rispetto al passato.
Il ruolo delle tecnologie è diventato imprescindibile per potenziare il coinvolgimento dell’audience, diffondere su ampia scala la conoscenza del patrimonio culturale e artistico, consentire di modernizzare la condizione di siti e monumenti, rendendone più efficiente la gestione e potenziandone l’accessibilità per pubblici più ampi e diversificati. L’applicazione di prodotti e servizi innovativi, l’affermazione di modalità di fruizione esperienziale, così come la diffusione di nuove forme d’intrattenimento definiscono le principali evoluzioni che sta vivendo oggi il settore culturale sul fronte della valorizzazione del patrimonio, dimostrando che l’integrazione tra realtà fisica e realtà virtuale stimola profondamente le capacità cognitive e soddisfa i desiderata anche dei pubblici più giovani.
Tenuto conto della progressiva multidimensionalità delle pratiche di partecipazione culturale, appare chiaro che un approccio incentrato sull’utente sia oggi essenziale per riallineare le istituzioni culturali con i loro pubblici, promuovendo un modello orizzontale di creazione condivisa di valore culturale.
Del resto, nella società contemporanea e multiculturale i musei, e più in generale le istituzioni culturali, per rendersi attivatori di crescita culturale e diffusione di conoscenza, sono chiamati a ridisegnare continuamente le relazioni con la propria audience. E per farlo, essi devono presentarsi sempre più come laboratori d’innovazione: realtà ibride proiettate alla produzione di nuova conoscenza, aperte alla sperimentazione di modalità innovative di narrazione dei contenuti e di contatto – diretto o mediato – con i pubblici.
C’è poi la questione-chiave riguardante lo scenario del prossimo futuro, ovvero: le pratiche di fruizione culturale in digitale rimarranno complementari e arricchenti rispetto a quelle legate alla dimensione fisica e analogica oppure, in alcuni ambiti, finiranno per soppiantare definitivamente queste ultime, divenendo un modo alternativo di fare e consumare cultura? Al fine di dare delle risposte, sarà fondamentale assumere un approccio olistico, che affronti il sistema dei beni culturali nella sua totalità e complessità, coinvolgendo gli attori presenti a tutti i livelli della filiera e valorizzando le possibili interazioni che i beni culturali esercitano con le comunità locali, affinché queste ultime evolvano dal ruolo di fruitori passivi a co-generatori di contenuti. Ciò consentirà di comprendere su quale forma di innovazione investire, come farlo e con quali strumenti. La tecnologia potrà, in tal modo, contribuire a far percepire la cultura come una risorsa condivisa e inclusiva, assegnandole un ruolo da protagonista per creare una nuova responsabilità sociale e proporre un nuovo modello di sviluppo sostenibile.
Riflessioni e quesiti questi affrontati nel XII Rapporto Civita, nella convinzione che il valore della cultura sia ancora più profondo e si sostanzi nella capacità di dare un senso condiviso a quello che viviamo nel presente per generare il nuovo sguardo verso il domani.
Gianni Letta, Presidente Associazione Civita