Confagricoltura, la più importante associazione di rappresentanza delle imprese agricole italiane, valorizza da sempre le storie di eccellenza agroalimentare italiana che coniugano tradizione, cultura e innovazione.
Come nel caso dell’azienda di Giorgio Lungarotti, storia raccontata da Confagricoltura nella propria rivista Mondo Agricolo .
“La storia della nostra azienda è la storia di mio padre Giorgio”. Inizia così la conversazione con Chiara Lungarotti, amministratore delegato dell’azienda, Associata a Confagricoltura, che porta il nome della famiglia. Una lunga storia d’amore per il vino e per la terra da cui nasce, l’Umbria, che attraversa molte generazioni. La Lungarotti è stata fondata a Torgiano dal papà di Chiara, Giorgio Lungarotti, pioniere della moderna enologia italiana, che a cavallo tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta gestisce il delicato passaggio dalla mezzadria alla conduzione diretta dell’azienda, progressivamente abbandonando le altre attività e dedicandosi alla viticoltura specializzata, convinto che l’Umbria fosse una regione particolarmente vocata a questa coltura. Una storia di successi, quella di Giorgio Lungarotti, fondata sulla viticoltura di qualità, ma anche sulla capacità di costruire intorno al vino un circuito virtuoso incentrato su ospitalità d’eccezione, valorizzazione del patrimonio storico e uno stretto rapporto con il territorio e la sua collettività. “Nel 1974 – racconta Chiara – grazie alla preziosa collaborazione di mia mamma Maria Grazia, storica dell’arte, inaugura il Museo del Vino, raccolta privata di livello mondiale inerente alla civiltà della vite e del vino, con collezioni archeologiche, storiche e tecniche esposte in venti ambienti che guidano il visitatore attraverso 5000anni di storia del vino”. Nel 2000, un anno dopo la scomparsa del fondatore, è stato inaugurato il Museo dell’Olio, da lui fortemente voluto per valorizzare l’altra grande tradizione agricola dell’Umbria, l’olio extra vergine d’oliva: reperti e opere relativi alla mitologica origine dell’olivo, all’impiego dell’olio come fonte di luce, nella religione, nella medicina e nell’ alimentazione, nella cosmesi.
Entrambi i Musei fanno riferimento alla Fondazione Lungarotti, che nel tempo ha promosso mostre, convegni e concorsi artistici al fine di valorizzare l’economia agricola italiana e la millenaria cultura del vino e dell’olio, sotto la guida della mamma Maria Grazia, direttore della Fondazione.
Una storia che parte da lontano e che guarda al futuro e alle nuove generazioni.
(estratto dell’articolo di Gabriella Bechi, Mondo Agricolo, luglio-agosto 2024)