La sintesi perfetta tra ferrovie storiche e cammini, oggi fulcro della mobilità sostenibile
Intervista a Luigi Cantamessa, Direttore Generale Fondazione FS Italiane
Tra treni storici e cammini vi sono parallelismi storici, ovvero di genesi in quanto aspirano entrambi a raggiungere qualcosa, e geomorfologici, in quanto entrambe non “tagliano” i territori verso la meta ma, bensì, li attraversano con zig zag di curve e passaggi da una parta all’altra delle vallate. Data questa comunanza di basi e principi, quali sono le possibili sinergie che possono essere attivate?
Possiamo parlare di perfetta sintesi tra ferrovie storiche e cammini che, in un intreccio fisico, complementare, rappresentano oggi il fulcro della mobilità sostenibile nel nostro Paese. Un esempio perfetto, in tal senso, viene offerto dalla Val d’Orcia, splendido territorio risparmiato dalle grandi speculazioni edilizie dei decenni passati, che partendo proprio da questa sua particolare condizione è riuscita a costruire un modello di eccellenza. Percorrendo la ferrovia turistica che origina da Asciano e si snoda sul fondovalle fino a Monte Antico, dalle cui stazioni si diramano percorsi e cammini, al viaggiatore si consente di contemplare il territorio da differenti punti di vista: quello del finestrino di un treno storico, ancora completamente apribile come un tempo, e dalle meravigliose colline raggiungibili a piedi dal tracciato ferroviario. Insomma, è stato posto in essere un prototipo di mobilità sostenibile ed integrata, realmente slow, e che valorizza pienamente le eccellenze, finora nascoste, della nostra bella Italia.
Quali sono le ferrovie storiche in grado di garantire un interscambio con la mobilità dolce e quali possono essere attivate?
Oltre alla già citata Val d’Orcia, che interseca la via Francigena nei pressi della stazione di Torrenieri, come non citare la famosa Sulmona – Carpinone, conosciuta anche come “Transiberiana d’Italia”, che offre ai viaggiatori dei treni storici amanti dell’hiking l’opportunità di raggiungere numerosi punti di interesse percorrendo i sentieri che originano poco lontano da alcune stazioni, tra cui Campo di Giove, Palena e Rivisondoli – Pescocostanzo, quest’ultima la fermata ferroviaria più alta della rete a scartamento normale d’Italia dopo il Brennero. Un altro esempio è rappresentato dalla linea Palazzolo- Paratico, 11 km di panorami dolci con il treno storico che lambisce il fiume Oglio e i primi vigneti della Franciacorta fino alle sponde del Lago d’Iseo. Ed ancora: la Ferrovia dei Templi, l’Agrigento Bassa – Porto Empedocle, con la fermata Tempio di Vulcano, ubicata nel cuore del Parco Archeologico, da dove è possibile percorrere sentieri tra le rovine dell’antica Akragas e la campagna circostante. La Fondazione FS ha anche pensato agli amanti del biking, attrezzando antichi bagagliai e postali con apposite rastrelliere per il trasporto delle biciclette, consentendo quindi di raggiungere i più bei percorsi ciclabili appena fuori dalle stazioni. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per costruire quella che sarà la mobilità sostenibile di domani, partendo dal treno protagonista assolto dello sviluppo eco compatibile del futuro.