La luce della UE, faro sulla nostra civiltà
Intervista a Carlo Corazza, Direttore del Parlamento europeo in Italia
Il diritto di voto e la democrazia non possono essere dati per scontati ed è compito di tutte e tutti farli vivere per noi e per chi verrà, come ci ricorda la campagna di sensibilizzazione “Usa il tuo voto” lanciata dal Parlamento europeo in vista delle prossime Elezioni europee. Nell’ambito di questa campagna, qual è il ruolo che la cultura può esercitare e quale il valore della illuminazione in blu dei luoghi iconici della nostra cultura?
Il 9 maggio, nel giorno dell’Europa in cui si celebra la dichiarazione di Schumann, al Campidoglio, dove sono Stati firmati i Trattati di Roma, abbiamo aperto la campagna per promuovere la partecipazione al voto: usa il tuo voto o altri decideranno per te. L’Associazione Civita è stato un partner prezioso di questa iniziativa, anche nel sottolineare il valore della cultura nel processo di costruzione europea. In un momento così difficile dobbiamo ripartire dai nostri punti di forza, dalla nostra comune identità europea, che affonda radici profonde in 3000 anni di storia, cultura e creatività.
Per sensibilizzare i cittadini sull’importanza del voto abbiamo diffuso un video con interviste a nonni che raccontano ai nipoti della privazione della libertà vissuta, dei propri genitori uccisi a causa di dittature che negavano l’essenza stessa della nostra umanità. Non sono attori. Sono testimoni scelti per mandare un messaggio alle nuove generazioni: la libertà e la democrazia sono beni preziosi e fragili e oggi è particolarmente importante difenderli utilizzando il nostro voto.
La storia iniziata dopo la guerra, il 9 maggio 1950, è una grande storia di libertà. Dopo essere risaliti dagli abissi del nazi-fascismo, il faro dei valori e della libertà riconquistata hanno spinto altri Paesi europei a partecipare a questa grande avventura. La Grecia liberata dai Colonelli, il Portogallo del dopo Salazar, la Spagna uscita dal franchismo, e poi, dopo la caduta del muro di Berlino e della cortina di ferro, la riunificazione del continente con l’adesione, vent’anni fa, dei Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale.
Dal 1950 abbiamo fatto cadere ostacoli, aperto spazi, creato opportunità, per lavorare, studiare, fare impresa, viaggiare, esprimere i nostri talenti, la nostra creatività, realizzarci. Abbiamo difeso la libertà di ciascuno di vivere la propria diversità.
Votare è sempre importante. Ma il contesto eccezionale che stiamo vivendo rende l’appuntamento dell’8 e 9 giugno fondamentale. Dall’orrore del 7 ottobre, è aumentata l’instabilità in tutto il Medio Oriente. A oltre due anni dall’aggressione di Putin a un paese libero e sovrano, emerge il rischio concreto che la Russia possa sfondare le linee ucraine.
Putin non è isolato. Vi è un fronte di altri regimi autoritari, dalla Cina all’Iran, che si contrappone alle democrazie liberali. Noi difendiamo la libertà e la dignità delle persone, che invece i dittatori non esitano a calpestare per conservare il loro potere. Per questo hanno interesse a fare fronte comune e a cercare di indebolirci e dividerci, anche attraverso la disinformazione, sabotaggi o altre azioni di guerra ibrida.
Le democrazie devono lavorare insieme per rafforzarsi. La nostra partecipazione al voto è un segnale potente alle autocrazie. Ma la posta in gioco è il progetto di Europa che disegneremo per il nostro futuro. Una forte partecipazione al voto aiuterebbe un processo di riforme per dotare l’Unione di una sua autonomia strategica. Non ci sono strade alternative. Nessuna delle grandi sfide che abbiamo davanti, dalla difesa e sicurezza per il nostro continente, alla nostra capacità di incidere con la politica estera e sul commercio internazionale, alla transizione energetica e digitale, l’innovazione, la competitività e la crescita, può essere affrontata senza rafforzare l’unità europea.
Il Parlamento europeo è in prima linea sul fronte delle riforme e ha votato per la riforma dei Trattati. L’auspicio è che la prossima legislatura sia una legislatura costituente.
Il 9 maggio abbiamo voluto ricordare l’importanza del voto anche invitando nella piazza del Campidoglio tanti artisti a cantare e leggere dei testi di uomini e donne straordinarie, a cui dobbiamo la costruzione europea: Robert Schumann, Altiero Spinelli, Alcide De Gasperi, Simon Weil, David Sassoli.
Abbiamo letto anche il discorso di Pericle agli ateniesi sul significato della democrazia e un brano del De Repubblica di Cicerone. Tra i tanti doni che la civiltà greca ci ha lasciato, il più prezioso è l’amore per la libertà che la civiltà romana ha reso compiuta con lo Stato di diritto.
Alla fine della serata abbiamo illuminato di blu luoghi simbolo della nostra storia, e della nostra cultura: templi greci, fori e anfiteatri romani, municipi, borghi, piazze, chiese. La luce della nostra Unione è un faro sulla nostra straordinaria civiltà, sulle nostre radici, sui tremila anni di storia in cui si è costruita la nostra identità di italiani e di europei. Sulle sponde del Mediterraneo, nelle isole dell’Egeo, lungo i fiumi, in una continua mescolanza di popoli, idee, scambi, arte.
La consapevolezza del valore della libertà e della centralità della persona, la difesa della sua dignità e dei suoi diritti, oggi rappresentano l’essenza di questa identità forgiata dalla storia. Il modo migliore per difenderla è rafforzare l’unità europea.