I cammini verso il futuro: opportunità del Recovery Plan
Il rilancio del settore turistico che il nostro Governo ha immaginato di realizzare con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza richiama i cammini e gli itinerari storici come uno degli ambiti sui quali sviluppare una nuova offerta. Essi rappresentano veri e propri volani per l’economia dei nostri territori e di quelle aree interne del nostro Paese da essi attraversate o ad essi limitrofe e naturalmente vocate ad essere importanti mete di un turismo culturale e slow, italiano e straniero. D’altra parte, numerosi sono i territori che possono garantire quella combinazione, unica e tutta italiana, di una esperienza di cammino e turismo sostenibile, in contesti paesaggistici di enorme valore naturalistico e impreziositi dalla presenza di antichi borghi, con esperienze enogastronomiche di qualità (prodotti tipici, prodotti certificati, etc.) e di conoscenza di un artigianato artistico di eccellenza.
Migliorare la qualità e la promozione dei cammini e degli itinerari culturali rappresenta, quindi, un progetto strategico per il nostro Paese, in cui l’Associazione Civita ha sempre creduto e a favore del quale è impegnata da oltre 15 anni. Infatti, è stata, tra le prime realtà ad occuparsi, sempre in stretta sinergia e collaborazione con l’Associazione Europea delle Vie Francigene ma anche con Amministrazioni pubbliche e realtà private di attività di promozione e valorizzazione dei cammini storici, e in primis della Via Francigena, e dell’immenso patrimonio materiale e immateriale che caratterizza i territori da essi interessati.
I cammini e gli itinerari storici rappresentano da sempre mete ambite per viaggiatori e amanti della natura che scelgono di immergersi in luoghi di incontaminata bellezza; oggi, e ancor più in questo delicato momento di emergenza sanitaria, l’esigenza di allontanarsi da ambienti caotici, per “ritrovarsi” en plein air con persone che condividano una stessa passione è diventata una vera e propria necessità da tutelare.
La sostenibilità è, quindi, un tema centrale, specialmente se legato alla tutela del paesaggio, da intendersi come patrimonio di bellezza; e la pandemia, con cui purtroppo, dopo un anno e mezzo, siamo ancora costretti a convivere, ed è anche una occasione per attivare policies che mettano il “turismo lento” al centro delle politiche culturali.
La centralità dei cammini è stata riconosciuta nell’ambito del PNRR, che tanta importanza dà a strategie e obiettivi rivolti alla sostenibilità, all’ambiente, alla protezione e alla valorizzazione del paesaggio rurale, unitamente alla previsione di interventi di restauro, di riqualificazione dell’edilizia rurale, storica e degli elementi caratteristici del paesaggio a favore di soluzioni eco-compatibili.
Individuare le priorità e le strategie da mettere in atto per cogliere tutte le opportunità offerte dal PNRR per la cultura e il turismo specificatamente a favore della valorizzazione degli itinerari storico-culturali risulta, pertanto, di grande importanza. Si tratta di una occasione unica, anche al fine di individuare le opportune sinergie con altre priorità strategiche (transizione digitale, transizione verde, etc.) dei nostri territori incluse nel PNRR, “inserendo” i cammini italiani in programmi-progetti che utilizzano i fondi europei nell’ambito di capitoli anche più ampi: come, ad esempio, la Missione 1 “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura” (49,2 miliardi pari al 27% del totale degli investimenti), che prevede di investire in turismo e cultura oltre 6 miliardi di euro, di cui 4,275 miliardi specificatamente previsti per la cultura a cui si sommano 1,460 miliardi di euro del Fondo Complementare per gli investimenti del “Piano Strategico Grandi Attrattori Culturali” finalizzati alla realizzazione di 14 interventi.
Quello della transizione digitale e, con essa, dell’adozione di tecnologie innovative costituisce certamente un settore fondamentale per il rilancio dei cammini in Italia, a cui si aggiungono specifiche misure che intercettano anch’esse i processi di promozione e valorizzazione degli itinerari culturali, e fra queste: la grande operazione di rilancio dei borghi italiani attraverso l’attuazione del “Piano Nazionale Borghi” (1,020 miliardi) volto a valorizzare il patrimonio di storia, arte, cultura e tradizioni in essi presente; la protezione e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale (600 milioni), con interventi di restauro e di riqualificazione dell’edilizia rurale storica e degli elementi caratteristici del paesaggio che privilegiano soluzioni eco-compatibili; i programmi per valorizzare e rigenerare circa 110 parchi e giardini storici italiani (300 milioni), creando le condizioni per la loro manutenzione, gestione e fruizione sostenibili, attraverso censimento, digitalizzazione, restauro, valorizzazione e formazione degli operatori. A ciò si aggiunge un intervento strategico, finanziato con risorse del Fondo Complementare, specificatamente dedicato ai “Percorsi nella storia – Treni storici e Itinerari culturali” (435 milioni).
Si tratta di investimenti importanti e di interventi che dovranno, tutti, seguire una filosofia di sostenibilità ambientale.
L’obiettivo è incrementare il livello di attrattività del sistema culturale e turistico del Paese attraverso la modernizzazione delle infrastrutture, materiali e immateriali. Risulta, pertanto, determinante attivare tutti gli attori della filiera turistica e culturale “mettere a terra” le opportunità offerte dal PNRR lavorando, da un lato, ad una efficace programmazione evitando in tal modo dispersioni di risorse economiche e dall’altro contribuendo con arguzia al rilancio della società post pandemia.
In generale, affinché i cammini italiani possano ulteriormente crescere come attrattore culturale e turistico di primo piano per il rilancio del Paese, attenendosi allo stesso livello di altre reti di turismo lento europee, occorre agire sui seguenti fronti prioritari: istituzione di una struttura di governance e monitoraggio; riduzione delle carenze infrastrutturali in termini di sicurezza, segnaletica e manutenzione dei percorsi aggiornamento e adeguamento delle strutture ricettive e dei servizi turistici; intermodalità, accessibilità e digitalizzazione; necessità di investimenti nel settore della comunicazione e del marketing; necessità di una maggiore formazione professionale degli operatori. In definitiva, ripristino e valorizzazione incentivano i flussi turistici ed è necessario che, tutti gli enti responsabili dei tratti regionali dei cammini investano per renderli percorribili in sicurezza.
L’auspicio è che il biennio 2020-2021, che così tanto ci sta mettendo alla prova, venga “utilizzato” per ricostruire uno spessore culturale nella società post Recovery Plan: la valorizzazione dei cammini può contribuire al rilancio post pandemia, aiutando una ripartenza che metta al centro, nel caso della Via Francigena, i valori europei e il patrimonio materiale e immateriale lungo tutti gli itinerari che interessano il nostro Paese.
Simonetta Giordani, Segretario Generale Associazione Civita