Si è tenuta a Firenze il 28 marzo, presso l’Istituto Geografico Militare, ente dell’Esercito Italiano, la presentazione dell’opera “Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo. Catalogo ragionato delle opere a stampa” degli autori Stefano Bifolco e Fabrizio Ronca. Evento organizzato in collaborazione con la locale sezione del sodalizio Unuci (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d´Italia) e Assocarta, con il supporto di Burgo Group.
L’evento è stato aperto dall’indirizzo di saluto del Generale di Divisione Pietro Tornabene, Comandante Istituto Geografico Militare e del Comandante Niccolò Rosselli Del Turco che, a margine della presentazione, ha donato all’ente cartografico di stato una riproduzione a stampa del planisfero miniato del suo antenato Francesco Rosselli.
“La fama del cartografo fiorentino Rosselli, oltre che ai planisferi e alle carte geografiche, si affida alla celeberrima pianta prospettica di Firenze, detta anche “carta della catena” (mappa allegata) edita in sei fogli intorno al 1480 e purtroppo andata perduta con l’ultima guerra. Si tratta della prima rappresentazione conosciuta di una città – di tutta una città – risultato non di una proiezione fantasiosa, ma di una costruzione che, basata sull’osservazione diretta dal vero, si avvale anche della prospettiva” afferma il Prof. Leonardo Rombai dell’Università di Firenze nella sua presentazione della cartografia fiorentina nell’ambito dell’opera “Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo”.
Un’opera monumentale edita da Antiquarius – con il supporto di Assocarta e Burgo Group – che raccoglie, in tre volumi di pregio stampati su carta Burgo Group, le 1280 mappe cartografiche e topografiche e, più di 2500 edizioni descritte nelle loro varianti, realizzate in Italia nel corso del XVI secolo, ovvero l’epoca d’oro della cartografia italiana.
Una pubblicazione, attesa da tempo da studiosi, collezionisti ed appassionati di cartografia antica di tutto il mondo, a cura degli autori Fabrizio Ronca e Stefano Bifolco. “Un fondamentale strumento di lavoro, risultato di una lunghissima e minuziosissima ricerca, che ha richiesto consultazione e comparazione attente di varianti ed edizioni, condotta dagli autori con dedizione tenace e accurata” conclude Rombai.
“Nel corso del XVI” spiega Massimo Medugno DG Assocarta nel presentare l’opera, “l’Italia detenne il primato nella produzione cartografica nel panorama europeo per l’esperienza maturata sia nell’arte della produzione della carta che in quella della stampa.La carta veniva prodotta, come oggi, a partire da una materia prima riciclata ovvero dagli stracci e ciò che distingueva già allora le cartiere per il ruolo svolto nell´economia circolare. Mentre la stampa vedeva la maestria italiana nelle tecniche di incisione”.
“Anche oggi, al tempo di Google Maps e GPS, rimane la bellezza di esporre e contemplare un’opera cartografica di pregio, ma anche la necessità pratica di una mappa in carta per poter girare il mondo e in, particolare per percorrerlo e navigarlo. O più semplicemente per orientarsi in un bosco e in montagna quando si è off line” conclude Massimo Medugno. Nel XVI secolo si completano infatti le grandi esplorazioni geografiche con la scoperta dell’America, di nuove distese oceaniche e di nuove conoscenze su Africa e Asia, che generarono il bisogno di nuove carte e nuovi sistemi di rappresentazione piana dell´intero globo sferico.