Esposta a Roma, nel suggestivo sito “La Città dell’Acqua” (Spazio Cremonini al Trevi), l’importante opera dello scultore emiliano Antonio Sgroi “Teoria del Sacro”. Progettata nel 1998 e realizzata nel 1999 per essere esposta all’interno del Pantheon in occasione del Giubileo del 2000, la scultura rappresenta la religiosità nell’ essere umano dagli inizi fino al nostro millennio ed è ispirata alla classicità del mondo antico.
L’opera vuole esprimere l’iniziale forza del paganesimo, il suo declino, la sua fine con la rappresentazione della morte del Dio Pan per continuare poi con la presenza di Gesù giovinetto che invita a proseguire nel futuro il passaggio dal Paganesimo al Cristianesimo. Nell’affascinante cornice de “La Città dell’Acqua”, la scultura dialoga con i reperti archeologici di epoca romana e medievale, offrendo al visitatore un percorso particolarmente suggestivo.
Il concetto globale di tutta la composizione di Sgroi prende ispirazione dalle sculture di Fidia al Partenone, con le figure che assecondano strutture geometriche astratte: triangoli (simbolo della Trinità) e una sfera alla fine della composizione, simbolo di perfezione e quindi di Dio, preceduta da venti incisioni che rappresentano altrettanti secoli prima del Grande Giubileo del 2000.Il centauro Chirone (il più famoso dei Centauri e, che per la leggenda insegna agli uomini la adorazione degli Dei) passa alle Moire (Cloto, Lachesi e Atropo) il filo del destino, che loro stesse hanno realizzato e che Atropo poi avrebbe reciso: un lungo drappo composto da tanti fili, quindi tanti destini, modellato per alludere ad un torrente d’acqua pura che scorre come un fluire del tempo. Le Moire hanno sulla testa un copricapo, il quale, progressivamente rivela il viso e gli occhi: la luce, la rivelazione di Dio.
Nella parte finale una struttura di moderna sobrietà suggerisce un tempo e un percorso lineare, dove la sfera lascia una impronta concava e imprime in ogni secolo il segno della croce, sostando infine nel millennio del Giubileo.
L’opera è stata esposta in precedenza nel 2004 al Museum Carolino Augusteum di Salisburgo (Austria) e al Museo Ca’ La Ghironda di Zola Predosa (Bologna).
Antonio Sgroi (Bazzano (BO), 1964) opera a Savignano sul Panaro (MO). Dopo l’Accademia delle Belle arti a Bologna si è perfezionato poi nella tecnica della scultura in marmo a Carrara e Pietrasanta. Il suo grande amore per la scultura lo porta con gli anni a realizzare opere in vari materiali: terracotta, bronzo e altri. Ma è soprattutto con il marmo che sviluppa una capacità eccezionale e scolpisce la materia con grande virtuosismo e sensibilità. Tra le sue più importanti produzioni ci sono alcune grandi opere in marmo, come fontane monumentali e sculture progettate come elemento decorativo urbano. Nel 2011 ha esposto alla 54° Biennale di Venezia – International Art Exhibition (Padiglione Italiano) una scultura in marmo bianco di Carrara alta circa 7 metri. Ha esposto anche in importanti musei in Italia e all’estero, e ha avuto importanti committenze da diversi paesi esteri, in particolare Germania, Francia, Austria e Australia.