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Palermo (Acea): “Investire in tecnologie per ottimizzare il ciclo e la qualità dell’acqua”
Roma, 6 set. (Adnkronos) – “Un altro tema fondamentale” in merito all’acqua è “investire nelle tecnologie. Dobbiamo ottimizzare il ciclo, controllare che l’acqua sia ai massimi livelli. Teniamo presente che quella che arriva nel rubinetto è migliore di tanti altri Paesi e ha costi bassissimi. Basti pensare che costa un quarto di centesimo al litro, che è molto inferiore a tante realtà”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Acea Fabrizio Palermo durante l’evento organizzato dal “Tempo” a Palazzo Wedekind su “Roma, locomotiva d’Italia. Acqua = Sviluppo”., Palermo evidenzia in particolare l’importanza dell’acqua nello sviluppo industriale, sottolineando che “più un Paese va verso la tecnologia più usa l’acqua. Più un Paese vuole investire nell’industria 5.0, pensiamo per esempio a quante risorse idriche servono per produrre i telefonini, più deve avere disponibilità di acqua”., “L’acqua è stata nella storia un elemento fondamentale dello sviluppo di questo Paese. E ancora oggi l’acqua rappresenta una chiave di sviluppo soprattutto industriale. Buona parte dell’industria dipende dai cicli idrici e avere una buona fornitura di acqua è fondamentale non solo per il tema umano ma anche per tutto quello che riguarda l’agricoltura. Investire nell’acqua dal punto di vista delle infrastrutture significa raccogliere l’acqua piovana dove possibile e significa gestire il trasporto della risorsa, che deve essere sempre di più un trasporto su base nazionale”, ha proseguito l’ad., “Noi oggi abbiamo delle reti nazionali sul gas, sull’elettricità ma non ce l’abbiamo sulle reti idriche”, ha fatto notare Palermo. “Il che significa che abbiamo disponibilità di acqua in alcune zone e allo stesso tempo non ne abbiamo in altre. Avere una rete di trasporto integrata diventa a questo punto fondamentale”., “Il terzo tema che riguarda le infrastrutture è quello attinente al riuso”, ha sottolineato l’ad di Acea. “Riutilizzare l’acqua attraverso la depurazione, e oggi esistono sistemi all’avanguardia in questo senso, e gestirla anche per fini diversi (ricordo infatti che l’acqua che esce dai depuratori è perfettamente potabile), anche per fini agricoli e altro, è fondamentale. Oggi l’Italia sfrutta solo il 4% in termini di riuso, si potrebbe tranquillamente arrivare al 20% e questo cambierebbe la bilancia idrica nazionale”.