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Ricerca Pril, italiani attenti a sostenibilità e costi ma restii al cambio delle abitudini
Milano, 8 giu. – (Adnkronos) – Attenti alla sostenibilità ma preoccupati più dai rincari in bolletta, dovuti all’inflazione, che dal cambiamento climatico. Questo lo scenario che emerge dalla ricerca condotta da Pril – che, da oltre 30 anni dal suo arrivo in Italia, rappresenta il marchio innovativo per eccellenza dei prodotti per lavastoviglie – sul portale DonnaD Amica Fidata – l’online magazine di Henkel, la multinazionale tedesca che raccoglie i brand di punta del mondo cura persona, cura casa e adesivi., Entrando nelle case e osservando le abitudini degli italiani, dalla ricerca emerge infatti che meno di un italiano su due (43%) sceglie un ciclo ecologico quando attiva la lavastoviglie. A guidare la scelta del programma o del prodotto da utilizzare è ancora l’efficacia (52% dei rispondenti) e la ricerca di risparmio: pur di non rinunciare alla lavastoviglie, quasi 6 italiani su 10 aspettano che sia completamente piena prima di avviarla; una scelta che, pur mettendo in primo piano la ricerca di risparmio nei consumi, si rivela vincente anche dal punto di vista della sostenibilità., Proprio gli italiani e le loro abitudini tra le mura domestiche sono stati al centro della ricerca presentata oggi durante l’evento stampa Pril “Gli italiani e l’uso della lavastoviglie, tra risparmio in bolletta e attenzione all’ambiente: anche i piccoli gesti quotidiani possono aiutare il pianeta a contrastare l’inflazione”. L’incontro ha visto la partecipazione di Luca Mercalli, meteorologo, climatologo e divulgatore, Benedetta Parodi, conduttrice televisiva e ambassador Pril, Mara Panajia, Presidente e Amministratore Delegato Henkel Italia e General Manager Henkel Consumer Brands, e Laura Romano, Responsabile R&D Henkel Consumer Brands Italia, Grecia e Cipro., Quello della sostenibilità è un tema molto diffuso e dibattuto, eppure c’è ancora molta strada da fare per creare consapevolezza e trasformarla in azione, a partire dai piccoli gesti quotidiani: “I cambiamenti climatici attuali”, ha spiegato Luca Mercalli, “sono causati da miliardi di scelte individuali che riguardano l’uso dell’energia e delle risorse del pianeta. Ridurre il nostro impatto sull’aria, sull’acqua, sui suoli e sulla biosfera parte da una costante attenzione ai piccoli gesti come ai grandi progetti. È la somma del tutto che alla fine porta all’emissione globale di circa 40 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno e anche a casa propria, scegliendo prodotti e comportamenti virtuosi, è possibile contribuire a far scendere questo valore”., Lo conferma anche la ricerca di GfK sullo scenario dei beni di largo consumo in Italia del 2023, sottolineando come le preoccupazioni dei consumatori siano prevalentemente di natura economica, a scapito delle questioni climatiche. Se, infatti, nel Q4 del 2021 il cambiamento climatico rappresentava la quarta principale preoccupazione dei consumatori italiani, il 2022 evidenzia invece come l’inflazione, le tasse, la crisi economica, la disoccupazione e i tagli al sistema previdenziale rappresentino le preoccupazioni primarie dei consumatori: la sostenibilità e l’ansia per il futuro del pianeta restano rilevanti, ma non sono più tra le principali preoccupazioni dei cittadini, anche se probabilmente in maniera contingente., Non solo: per la prima volta nel 2022 il numero degli “eco-actives”, ovvero i consumatori informati e che hanno a cuore la questione ambientale, che agiscono per cambiare la situazione e che ritengono che la sostenibilità sia un criterio di scelta per i loro acquisti, è diminuito, passando dal 25,6% nel 2020 al 24,4%. Calano persino gli “eco-considerers”, coloro che pure sono informati e preoccupati dalle tematiche ambientali ma che non si attivano sufficientemente per cambiare la situazione e che passano dal 51,5% del 2021 al 50,3% del 2022. Cresce invece di 3,2 punti rispetto al 2021 la percentuale di coloro che non sono né informati né preoccupati della questione ambientale e che non agiscono per cambiare la situazione, convinti che il loro contributo non sia significativo., “Nonostante il cambiamento climatico sia sotto gli occhi di tutti e nella coscienza collettiva – afferma Mara Panajia – educare il consumatore a comportamenti più sostenibili e virtuosi rappresenta ancora una sfida per il largo consumo. Come abbiamo visto dai dati di GfK, il 37% dei consumatori in Italia fatica ad agire sostenibilmente proprio a causa di questioni economiche o sociali, ed è qui che si inserisce Pril, un brand che garantisce efficacia senza tralasciare la sostenibilità. Non possiamo permetterci di ignorare la questione ambientale, la responsabilità del largo consumo è forte adesso più che mai e dobbiamo essere in grado di offrire a tutti i nostri consumatori una scelta efficace senza tralasciare il rispetto per il pianeta che consegneremo alle prossime generazioni, ed è questo ciò in cui ci impegniamo con i nostri prodotti e con la nostra comunicazione”., Nella quotidianità degli italiani la cucina svolge un ruolo primario: sinonimo di famiglia, di comunità, di condivisione. Si parla molto di spreco alimentare, ma ancora troppo poco di consumi più sostenibili: “Io mi pongo spesso il problema di quali scelte sia più corretto fare”, dice Benedetta Parodi, conduttrice televisiva e ambassador Pril, “anche nell’ottica di comunicarle esternamente ed essere un esempio per il pubblico che mi segue in cucina.”, Non solo il tema può essere sottovalutato ma è ancora troppo spesso oggetto di “falsi miti”, lo sottolinea, Laura Romano, Responsabile R&D Henkel Consumer Brands Italia, Grecia e Cipro: “un esempio di falso mito in cucina e, nello specifico, sulla lavastoviglie, è il lavaggio ‘eco’ che ha una durata molto maggiore di altri programmi ma c’è una ragione precisa. In questo tipo di ciclo di lavaggio, l’acqua si scalda meno e più lentamente rispetto a programmi più brevi, permettendo un notevole risparmio energetico, ma non solo. Il detersivo rimane sui piatti per più tempo e risulta quindi maggiormente efficace nel rimuovere lo sporco. Si tratta, in sostanza, del programma che riduce al minimo i consumi di acqua e corrente elettrica, garantendo al contempo il miglior risultato di lavaggio.” Un falso mito che sembra difficile da sfatare. Secondo la ricerca condotta su DonnaD, infatti, è il 43% degli intervistati a utilizzarlo abitualmente, mentre restano quindi da “convincere” oltre la metà delle famiglie italiane., La scelta del ciclo di lavaggio, sempre secondo la ricerca, viene determinata prevalentemente dal livello di sporco delle stoviglie per il 52% dei casi e dal quantitativo di energia consumato per il 37%. Un programma di lavaggio sostenibile è la priorità solo per il 30% dei rispondenti, meno di 1 italiano su 2. Inoltre, una percentuale importante di consumatori predilige sempre cicli brevi (26%), programmi intensivi e a alte temperature (18%) o quelli automatici della lavastoviglie (11%)., “È necessario”, prosegue Laura Romano, “sfatare il mito del programma ‘eco’ come poco sostenibile e poco efficace, e questo è l’obiettivo che ci siamo posti con Pril: dimostrare come sia possibile avere piatti puliti e risparmi energetici e di acqua. Il suggerimento, in questi casi, è provare a cambiare, sperimentando i cicli di lavaggio ‘green’ anche se sono più lunghi. L’obiettivo è creare un’abitudine che abbia un impatto positivo grazie alla costanza e alla ripetizione di gesti quotidiani.”, Non solo i consumatori, dunque, ma anche le aziende hanno una responsabilità ambientale: secondo l’indagine di DonnaD, quasi 1 consumatore su 2 (47%) ritiene che la responsabilità sia congiunta, ovvero che, se da un lato, le scelte dei cittadini devono essere più consapevoli e responsabili, dall’altro, alle aziende viene richiesta una produzione più sostenibile. Si tratta quindi di una responsabilità che guida anche la scelta di acquisto di brand per la lavastoviglie: a pari merito con il prezzo, la marca è l’elemento a cui si resta fedeli e che influenza la scelta di acquisto. “Il fatto che il 44% degli intervistati affermi di essere fedele alla marca che sceglie – dichiara Mara Panajia – chiaramente genera una responsabilità per noi, in quanto ci spinge a mettere in atto un’innovazione di prodotto sempre più responsabile. Il nostro compito è sviluppare detergenti che siano efficaci e che abbiano un impatto sull’ambiente ridotto, dalle formulazioni al packaging”., “La nuova formula ‘Cambia Programma e Risparmia’ – conclude Laura Romano – rappresenta proprio il nostro sforzo di coniugare un prodotto altamente efficace, che garantisce lavaggi in lavastoviglie dall’ottima azione pulente anche nei cicli eco e brevi, con la sostenibilità. ‘Cambia Programma e Risparmia’ sta a indicare che, cambiando le proprie abitudini, si può ottenere un lavaggio di cui beneficia sia il consumatore che l’ambiente”., “Per questo”, aggiunge Benedetta Parodi, “sono stata molto felice di prendere parte a questo evento e in primis alla nuova campagna di Pril che aggiunge al prodotto, che già conosco da tempo, un’attenzione maggiore alla sostenibilità e ai consumi responsabili: tutti noi nel nostro piccolo possiamo fare la differenza, bastano volontà, costanza ma anche affidarsi a brand come Pril, che, con la sua nuova formula Cambia Programma e Risparmia, può davvero aiutare nella quotidianità a superare quelli che possono essere i nostri scrupoli e preoccupazioni prima e dopo il lavaggio dei piatti sporchi.”, La nuova linea Pril è altamente efficace e, utilizzata abitualmente con i cicli di lavaggio “eco”, genera un risparmio del 20% di energia e del 15% di acqua rispetto a un ciclo normale. Inoltre, le Tabs hanno una formulazione con un minor quantitativo di ingredienti fossili e si dissolvono rapidamente anche a basse temperature. Nelle Caps la pellicola solubile e biodegradabile al 100% si dissolve in meno di 60 secondi nei cicli “eco” e brevi, senza lasciare residui. Il packaging del Gel è riciclabile e contiene il 50% di PE riciclato. Infine, la linea “Cambia Programma e Risparmia” è realizzata in stabilimenti che utilizzano energia elettrica da fonti rinnovabili e che producono zero rifiuti in discarica.