WeAct³, tecnologia e innovazione per i musei del futuro
Intervista a Simone Cosimi, giornalista esperto di tecnologie ed innovazione
Il progetto WeAct³-La Tecnologia per Arte, Cultura, Turismo e Territorio si è formalmente concluso giovedì 13 dicembre con la presentazione dei tanti progetti che lo hanno animato. All’appuntamento sono intervenuti Flaminia Gennari Santori, direttore delle Gallerie nazionali di arte antica, il ministro dei Beni e delle attività culturali Alberto Bonisoli e Gianni Letta, presidente dell’Associazione Civita che ha promosso e coordinato l’ambizioso progetto. Ricordando la storia dell’associazione, nata nel 1988 sotto l’egida di Gianfranco Imperatori. Un progetto che, in realtà, contiene una moltitudine di tasselli. Partiamo dal titolo: WeAct³-La Tecnologia per Arte, Cultura, Turismo e Territorio. Tre “t” – turismo, territorio e soprattutto tecnologia – che ruotano intorno all’arte e la cultura. Sarebbe stato difficile raccogliere in un nome più efficace il senso e gli obiettivi del programma comune lanciato lo scorso anno dall’Associazione Civita insieme a 11 importanti imprese in seno ai lavori e alle proposte del comitato Innovazione e cultura dell’associazione presieduta da Letta e diretta da Giovanna Castelli. Si tratta di Avvenia, Consorzio Glossa, Data Management Cultura, Enea, Ericsson, Gruppo Dab, Logotel, Mastercard, Oracle, Vodafone e Wind Tre. WeAct³ ha dunque deciso di affrontare con soluzioni concrete le necessità del mondo museale al tempo della tecnologia “disruptive”, quelle che cambiano tutto. Lo ha fatto nei luoghi che forse alcuni avrebbero ritenuto più complessi da sottoporre a questo processo di rinnovamento, per il loro tesoro e per la loro storia – le Gallerie nazionali di arte antica Barberini Corsini guidate da Gennari Santori. Ospitando perfino, nei mesi scorsi, un hackathon, una maratona di innovazione digitale popolata di programmatori, informatici, umanisti, esperti di software e startupper vinta dai team Effegiemme e Redirect301 con i progetti Goldenbox e Smart Museum System, dedicati a tutelare gli spazi e analizzare il sentiment dei visitatori.
E invece, grazie alle capacità strategiche delle aziende coinvolte e alle competenze scientifiche e di indirizzo della direzione, molti aspetti della vita delle due sedi ne sono usciti profondamente rinnovati: dalla sicurezza all’esperienza dei visitatori passando per la gestione e la conservazione dell’inestimabile patrimonio delle due sedi fino alla comunicazione e al marketing o all’efficienza energetica.
Tre gli obiettivi fondamentali di WeAct³: affidare a questo inedito dialogo soluzioni tecnologiche innovative messe a disposizione dai partner per attrarre e fidelizzare nuovi pubblici che chiedono oggi un’esperienza museale diversa, più ricca e lineare; supportare la visita alle gallerie e, terzo, intervenire sulla conservazione e sui diversi sistemi che avvolgono la vita di una struttura complessa come quella delle Gallerie nazionali. Il tutto, questa la chiave che apre nuove prospettive per il futuro, grazie a una piattaforma d’intesa unica nel panorama italiano sottoscritta da tutte le parti che lo scorso 13 dicembre si sono raccolte nella splendida sala Pietro da Cortona. Cioè un contratto di sponsorizzazione tecnica di ampia portata, con 12 partner coinvolti oltre ovviamente alle Gallerie nazionali Barberini Corsini, beneficiarie dei loro interventi. Un modello che tutti i relatori, a cominciare dalle imprese che hanno raccontato il proprio impegno anche con delle dimostrazioni pratiche, sperano possa replicarsi in altre sedi e per altri obiettivi.
Monitoraggio ambientale, sistemi di sicurezza, guida digitale, azioni di digital marketing e comunicazione, sistemi di pagamento digitale e di mobile ticketing, supporto alla gestione delle collezioni e alla conservazione, per esempio con la digitalizzazione della volta di Pietro da Cortona per ottenerne un modello tridimensionale. Sono molti i fronti presentati esattamente un anno fa e a dicembre giunti al termine con l’intervento di un responsabile per ciascuna impresa che ha illustrato nel dettaglio gli interventi. Un lavoro corale orchestrato da Civita che promette di inaugurare una nuova strada nel rapporto fra pubblico e privato per la valorizzazione e il rilancio dei beni culturali del nostro Paese in ottica digitale e non solo.