La valorizzazione dei territori è una delle priorità di Terna. La società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale fa leva sulla sostenibilità quale driver strategico di business e, nelle fasi di progettazione e localizzazione di linee e stazioni elettriche, ricorre a tecniche di ingegneria naturalistica per consentire un migliore inserimento paesaggistico degli asset e una maggiore salvaguardia del territorio. Il gruppo guidato da Stefano Donnarumma, punta così a realizzare opere che soddisfino le necessità del sistema elettrico e restituiscano, al contempo, valore ai territori con interventi che si ispirano ai luoghi e ai materiali autoctoni.
Tra gli esempi di eccellenza di progettazione innovativa delle infrastrutture elettriche, a livello mondiale, spicca la stazione elettrica di Capri. Costruita su un’area di circa 2.700 metri quadrati limitrofa all’Isola Ecologica di Gasto, la stazione è il risultato di un concorso internazionale indetto da Terna e vinto da Frigerio Design Group, che ha previsto l’adozione di diverse soluzioni innovative per integrare al meglio l’edificio nel paesaggio di pregio che caratterizza l’area. La planimetria dell’impianto è stata disegnata tenendo conto dell’orografia del terreno, utilizzando i gradoni calcarei presenti nell’area come muri di contenimento o come edifici, mentre la vegetazione che occupa spontaneamente gli spazi vuoti contribuisce a mitigare i volumi dei fabbricati.
La forte relazione tra sviluppo tecnologico e attenzione al paesaggio caratterizza anche il progetto di ammodernamento del Sa.Co.I.3, il collegamento elettrico tra Sardegna, Corsica e penisola italiana. La stazione elettrica di Suvereto (Livorno), progettata dallo studio fiorentino Pierattelli Architettur, avrà facciate modulari e realizzate in terracotta, materiale tipico del luogo. Inoltre, l’edificio è circondato da piante autoctone, come olivi, cipressi e pini che creano una continuità con il paesaggio agricolo adiacente. Sulla sponda sarda, la stazione elettrica di Codrongianos (Sassari), verrà realizzata dallo studio RMA – Roberto Murgia Architetto – in collaborazione con l’ingegnere Francesco Trudu, usando due materiali che rievocano gli elementi del paesaggio locale: l’acciaio che ricorda i colori della terra e delle rocce e il policarbonato che richiama una luce diffusa. L’edificio, inoltre, è circondato da piante autoctone che creano una continuità con il paesaggio agricolo adiacente.