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Roma, Cultura come diritto di cittadinanza: radici costituzionali, politiche e servizi
Cultura come diritto di cittadinanza: radici costituzionali, politiche e servizi è il titolo del Convegno che si è tenuto a Roma lo scorso 17 ottobre presso la sede romana dell’Associazione Civita. L’iniziativa è promossa da A&A Studio Legale e dalla stessa Associazione.
Il tema è di importanza strategica, perché riguarda i diritti di base del cittadino.
Alla presenza di Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale e nella ricorrenza dei 70 anni dall’entrata in vigore della Costituzione italiana, protagonisti ed esperti hanno riflettuto sulla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni dei servizi culturali.
Dopo i saluti di apertura di Nicola Maccanico, Segretario Generale Associazione Civita, e l’introduzione di Sabino Cassese, Giudice Emerito della Corte Costituzionale, l’incontro, moderato dall’Avvocato Francesco Caroleo, ha previsto gli interventi di Antonella Agnoli, Assessore alla Cultura, Creatività e Valorizzazione del Patrimonio Culturale – Città di Lecce, Lorenzo Casini, Presidente Icon-s – International Society of Public Law, Gian Paolo Manzella, Assessore Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Start-Up,“Lazio Creativo” e Innovazione Regione Lazio, Antonio Lampis, Direttore Generale Musei, Mibac.
L’art. 9, collocato tra i “Principi fondamentali” della Costituzione italiana, attribuisce alla Repubblica la promozione della cultura; la promozione della ricerca scientifica e tecnica; la tutela del paesaggio; la tutela del patrimonio storico-artistico della Nazione. É una disposizione ampia, che contiene concetti molto generali (“cultura”; “ricerca scientifica e tecnica”, “paesaggio”, “patrimonio storico e artistico”), e che richiede che, oltre alla tutela, le attività di promozione vengano rese esplicite e concrete.
Culture Action Europe–Italia – una rete internazionale di individui e organizzazioni culturali in tutta Europa – ha di recente ribadito come, accanto alla tutela del patrimonio, lo sviluppo della cultura rimanda al tema dell’accesso, in un duplice senso: che i finanziamenti pubblici vengano utilizzati in modo ridistribuito, raggiungendo un segmento di popolazione il più ampio possibile; e che le istituzioni culturali debbano concentrarsi sul bisogno di ampliare i propri pubblici per ragioni di sostenibilità così come di responsabilità sociale.
Coinvolgere il pubblico, ampliarne i numeri e le tipologie – in una parola, sostenere accesso e partecipazione alla cultura attraverso strategie di audience development – è una priorità per la Commissione Europea, così come per la maggior parte delle organizzazioni culturali e le amministrazioni pubbliche in Europa.
Ciò che invece accade troppo spesso ai servizi culturali, almeno in Italia, è di essere considerati non essenziali e sacrificabili, soprattutto di fronte ai vincoli sempre più stringenti sulla finanza pubblica e, in particolare, sulla spesa dei Comuni.
I servizi culturali sono servizi essenziali di cittadinanza, fondati sull’art.9 della Costituzione. Nessuno, però, ha ad oggi stabilito per la Cultura “la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”, come invece previsto dall’art. 117 della nostra Costituzione.
Questi i temi che hanno animato il confronto, tra accademici, studiosi e operatori della cultura, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica nonché fornire indicazioni utili agli stakeholders del sistema culturale nazionale.
Invito 17 ottobre