Azioni cross over, necessarie per generare Salute

Intervista a Catterina Seia, Presidente CCW-Cultural Welfare Center

 

Il welfare culturale promuove l’innovazione sociale su base culturale, ovvero un modello integrato di ben-essere degli individui e delle comunità attraverso pratiche fondate sulle arti visive e performative e sul patrimonio culturale. Al centro dell’impegno del CCW Cultural Welfare Center, da Lei presieduto, c’è la convinzione che con l’Arte e la Cultura si possa generare un autentico contributo a un nuovo welfare. Quali sono i principali risultati sinora raggiunti dal CCW con il suo operato? In che modo il CCW accompagna le istituzioni pubbliche e gli enti filantropici nel disegno delle politiche e delle strategie volte alla promozione della partecipazione culturale come risorsa di salute?

 

Il ruolo della partecipazione e dell’espressione culturale per la fioritura umana e sociale è noto dagli inizi dell’umanità. È alle radici della Medicina di Ippocrate. Pensiamo agli Asclepia, veri e propri campus terapeutici animati dalle arti, alla funzione catartica del teatro di Epidauro.

Oggi è matura la consapevolezza di una visione biopsicosociale della Salute, la rilevanza dei determinanti sociali sui quali influisce la qualità dei contesti nei quali nasciamo, lavoriamo, viviamo. Lo acclarano la convergenza delle ultime frontiere della ricerca scientifica – come le neuroscienze, l’epigenetica, la PNEI-Psiconeuroendocrinoimmunologia – con un corpus crescente di evidenze scientifiche accumulate nelle ultime due decadi. Se i contesti sono salutogenici favoriscono lo sviluppo del potenziale individuale, quelle che OMS definisce le life skills, le abilità per la vita, come la relazione con l’altro e la resilienza di fronte alle avversità, presupposto del ben-essere.

In questa ottica, generare Salute non è solo compito della Sanità. La complessità delle sfide acuite dalla pandemia, dall’instabilità dello scenario internazionale e dalle profonde trasformazioni sociali e demografiche, richiede azioni cross over, come indica l’Agenda Europea della Cultura 2018, ovvero cooperazioni sistematiche e sistemiche tra diversi ambiti di policy, un tempo percepiti come debolmente interconnessi.

La pubblicazione a fine 2019 da parte di OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità del Rapporto 67, la ricerca più ampia mai realizzata sulla relazione tra Cultura e Salute, ha generato una svolta decisiva di attenzione. Riconosciuto come pietra miliare, restituisce l’analisi di 3000 studi emersi su buone pratiche nelle ultime due decadi a livello di Region Europa (53 Paesi) e ha consentito di definire le principali aree di beneficio della partecipazione culturale e dell’espressione creativa con impatto in tutto l’arco dell’esistenza, dal periodo perinatale al fine vita. Quattro gli assi: la promozione della salute, la prevenzione delle patologie, l’alleanza nei percorsi di gestione e trattamento, in un quadro di contrasto alle diseguaglianze, in quanto ci sono ampie categorie di soggetti che risultano fortemente svantaggiate nelle opportunità di accesso alla cultura. In campo ci sono i grandi temi, partendo dal ben-essere delle nuove generazioni e delle fasce più fragili della popolazione, all’invecchiamento attivo, alla salute dei curanti e più in generale dei lavoratori, che rappresentano le priorità del nostro impegno.

A questa ricerca, che CCW ha tradotto in italiano come primo atto e sulla quale ha stimolato il dibattito, ne sono seguite altre, favorite dalla Commissione Europea che, per la prima volta, nel Piano di lavoro della Cultura 2023-2026, ha inserito la relazione tra Cultura e Salute tra i 21 assi delle politiche.

CCW è nato il primo giorno del primo lock down da pionieri del welfare culturale provenienti da diverse aree disciplinari che hanno unito le loro piste di lavoro per posizionare nelle agende il contributo della cultura al ridisegno in corso nel welfare, di ogni sistema. Ci muoviamo per rendere più solida e diffusa la consapevolezza degli effetti della Cultura sulla salute fisica e mentale e nel promuovere su scala sempre più ampia la cooperazione intersettoriale, partendo dai decisori, pubblici e privati, accompagnando l’elaborazione e l’attuazione di politiche e di strategie delle organizzazioni culturali, come dei filantropici e delle imprese. Agiamo con una intensa produzione di articoli, paper, pubblicazioni, promuovendo advocacy. Traduciamo e disseminiamo la ricerca internazionale coinvolgendo le istituzioni, in primis le università: sono dieci i report e manuali tradotti e diffusi in open access, di cui l’ultimo di OMS per favorire l’introduzione della Prescrizione sociale nel nostro Paese, in collaborazione con l’ISS – Istituto Superiore di Sanità. Sviluppiamo innovazione metodologica con la ricerca-azione e promuoviamo conoscenza e costruzione di competenze trasversali, come la cultura della valutazione d’impatto, con CCW School: sono oltre 3000 i professionisti formati dal 2021 e a breve verrà varata la terza edizione del primo Master Executive Cultura & Salute, con partecipanti provenienti dai mondi della sanità, del sociale, dell’educazione, della cultura, investitori sociali e imprese. Connettiamo le dimensioni locali a quella nazionali ed europee. Un contributo per il ben-essere sociale.