Your trip in my shoes. In viaggio oltre i limiti del pregiudizio
Intervista a Claudio Bottan, Vicedirettore della rivista Voci di dentro – Al Revés società cooperativa sociale
“Your TRIP in MY Shoes | In viaggio oltre i limiti del pregiudizio” è uno dei 6 progetti vincitori dell’iniziativa “riGenerazione Futuro. I tuoi progetti per il territorio”. Quali sono gli obiettivi, i destinatari e gli impatti attesi del progetto?
Simona Anedda ed io abbiamo dimestichezza con il significato del pregiudizio. Da qualche anno giriamo l’Italia portando la nostra testimonianza nelle scuole, nelle comunità e anche nelle carceri; raccontiamo ‘le nostre prigioni’: la storia semplice e – forse per questo – straordinaria, di una coppia che è riuscita a coniugare due mondi apparentemente diversi, il carcere e la disabilità, rafforzandosi l’un l’altra. Un ex detenuto uscito dal carcere attraverso la porta del cambiamento e una travelblogger in carrozzina che, a dispetto della sclerosi multipla, non ha rinunciato alla passione per i viaggi. Un cammino di reciprocità in cui, malgrado il carcere, la malattia, il dolore e la paura di non farcela, si riesce ad essere altro. Lungo il percorso abbiamo avuto l’opportunità di incontrare varie realtà che si occupano degli ultimi, coloro che vengono considerati ‘gli scarti della società’, e di chiederci cosa avremmo potuto fare in concreto.
Con questo spirito è iniziata una collaborazione che ha generato un progetto di rete di cui è capofila la cooperativa Al Revés di Palermo -con il laboratorio Sartoria Sociale-, al quale partecipano “alleanza creativa Sperone167” e l’associazione “Voci di dentro”, editore dell’omonima rivista. Una condivisione di obiettivi concretizzatasi con “Your Trip in My Shoes | Un viaggio oltre i limiti del pregiudizio”, una iniziativa che invita all’empatia: un percorso emozionale che coinvolgerà tutti i sensi, per raccontare e attraversare le sensazioni e gli stati d’animo di chi sperimenta condizioni di imprigionamento e limitazione.
A volte occorrono stimoli per uscire dal proprio mondo e affrontare un viaggio oltre confine. Condizioni come la povertà educativa o culturale, la disabilità, la detenzione e la dipendenza, rappresentano le barriere che impediscono di esplorare il mondo. Chi non ha affrontato queste sfide difficilmente può comprendere la realtà di quanti le vivono quotidianamente: “Your TRIP in MY Shoes” vuole cambiare questa prospettiva. L’obiettivo è far provare agli altri un autentico “viaggio immersivo” attraverso le esperienze di chi è imprigionato nel proprio disagio, un percorso di consapevolezza e di rottura del pregiudizio all’interno di questi non-luoghi fisici ed esistenziali. Il progetto vuole coinvolgere principalmente i giovani del territorio attraverso incontri nelle scuole e nei luoghi di aggregazione utilizzando il linguaggio della narrazione personale. Si tratta, quindi, della naturale prosecuzione del percorso di vita intrapreso dai promotori dell’iniziativa; persone che hanno scelto di condividere la propria esperienza nella convinzione che l’esempio sia un messaggio forte e diretto per generare empatia.
Le tappe del percorso passano attraverso la realizzazione di un’installazione interattiva curata dall’artista Igor Scalisi Palminteri che sarà il primo “laboratorio a cielo aperto”. Si tratterà di un percorso emozionale che coinvolgerà tutti i sensi, per raccontare e attraversare le sensazioni e gli stati d’animo di chi sperimenta condizioni di imprigionamento e limitazione.
Ci saranno anche laboratori socioculturali di narrazione autobiografica, rivolti a tre gruppi target: le detenute della sezione femminile del carcere Pagliarelli di Palermo; persone con disabilità psichica e fisica; giovani con problemi di dipendenza da sostanze. Guidati da operatori esperti, i partecipanti attraverseranno i vissuti che contraddistinguono la loro condizione per acquisirne consapevolezza e inquadrarla in una cornice di senso, un viaggio interiore alla ricerca di sé. Tutte le suggestioni affiorate confluiranno nel progetto di ideazione dell’opera artistica. Sarà inoltre valorizzata la manualità, attraverso un laboratorio di cucito creativo e riciclo tessile a cura della Sartoria Sociale di Palermo -rivolto alle detenute della sezione femminile del carcere Pagliarelli-, per la realizzazione di oggetti e componenti che andranno a costituire l’installazione. Alle parole verrà data voce con la pubblicazione dei racconti, dei pensieri e delle testimonianze emerse durante i laboratori in un numero speciale della rivista Voci di Dentro.