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“Agdam delenda est”, in 150 foto di Fabrizio Conti la città fantasma del Karabakh
Roma, 24 apr. (Adnkronos) – “Agdam delenda est. Immagini dal Karabakh” è il titolo del libro fotografico di Fabrizio Conti che raccoglie oltre 150 scatti attraverso i quali l’autore racconta per immagini la lontana e martoriata regione del Caucaso meridionale. Una terra sconosciuta, situata nel territorio dell’Azerbaijan ai confini con l’Armenia, da sempre contesa e teatro di un lunghissimo conflitto tra i due stati. Il libro è stato presentato oggi a Roma, al Palazzo dell’Informazione AdnKronos., Nel 2021 Fabrizio Conti, direttore creativo di Artcloud Network International, azienda italiana che opera nel settore dei Beni culturali, viene invitato dal Governo Azero a partecipare all’imponente opera di ricostruzione della regione del Karabakh, avviata appena dopo la fine del trentennale conflitto con l’Armenia. A Conti viene chiesto di concepire musei di ultimissima generazione, densi di tecnologia, per salvaguardare la memoria – e virtualmente ricostruire- ciò che era, un tempo, il Karabakh. “Agdam delenda est” – titolo che rimanda inequivocabilmente alla leggendaria e proverbiale frase ‘Carthago delenda est’ – raffigura e testimonia l’insensatezza dei popoli in guerra che per affermare la propria superiorità mirano ad annientare il nemico, cancellandone l’identità, la cultura, la storia. Una strategia di guerra – ancora oggi utilizzata – che trae origini dai tempi del dominio romano, quando Catone, con sole tre parole esplicitò lo scopo degli eserciti romani: cancellare definitivamente Cartagine affinché non potesse essere più abitata., “Agdam delenda est” è un viaggio per immagini nell’anima del Karabakh. Un viaggio nel silenzio di un luogo fantasma fra le trincee abbandonate e i resti di ciò che un tempo fu un luogo abitato. Un viaggio nei ricordi della gente, alla ricerca di un passato che non c’è più. “E’ il mio viaggio, fra coprifuochi e ricoveri di fortuna, in un luogo surreale dove i cellulari funzionano a singhiozzo, l’acqua è gelida e a tavola si beve solo vodka”, racconta Conti. “Agdam delenda est” – aggiunge l’autore – è la mia esperienza personale, in una terra che non conoscevo, che mi ha travolto, appassionato e arricchito. Senza questi scatti – sottolinea – non avrei potuto raccontare le emozioni provate, attraversando questo luogo, di cui è rimasto poco, ma in cui ancora ad ogni passo si respira il suo passato e una potente voglia di rinascita dimenticare. Ho voluto fermare il mio sguardo attraverso le immagini – conclude – per fissare la memoria di un luogo, di un conflitto dimenticato ma terribile e insensato come tutte le guerre”.