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Inaugurata mostra dedicata a Rocco Scotellaro nella Galleria nazionale di Roma
Matera, 20 set. – (Adnkronos) – Nella Galleria Nazionale di Roma è stata inaugurata la mostra ”E la mia patria è dove l’erba trema”, inserita nel calendario del centenario della nascita di Rocco Scotellaro, poeta e sindaco socialista di Tricarico (Matera) che portò alla luce la condizione di miseria dei contadini. L’iniziativa è promossa da Regione Basilicata e Apt, con il patrocinio del Comune di Tricarico e della Fondazione Matera Basilicata 2019. La mostra, a cura di Giuseppe Appella, accoglie 45 artisti, pittori e scultori, di sette generazioni: Carlo Lorenzetti, Ruggero Savinio, Mario Raciti, Giuseppe Pirozzi, Paolo Icaro, Giulia Napoleone, Claudio Verna, Emilio Isgrò, Mario Cresci, Assadour, Giancarlo Limoni, Mimmo Paladino, Stefano Di Stasio, Sandro Sanna, Ernesto Porcari, Gregorio Botta, Giuseppe Modica, Giuliano Giuliani, Nunzio, Lucilla Catania, Roberto Almagno, Claudio Palmieri, Giovanna Bolognini, Giuseppe Salvatori, Gianni Dessì, Marco Tirelli, Felice Levini, Enrico Pulsoni, Salvatore Cuschera, Andrea Fogli, Franco Fanelli, Giuseppe Caccavale, Elvio Chiricozzi, Elisabetta Benassi, Giuseppe Capitano, Ciro Vitale, Giuseppe Ciracì, Pierpaolo Lista, Francesco Arena, Alberto Gianfreda, Laura Paoletti, Ilaria Gasparroni, Antonio Della Guardia, Veronica Bisesti, Ado Brandimarte., All’inaugurazione hanno partecipato la direttrice della Galleria, Cristiana Collu, il presidente della Regione Vito Bardi, il direttore generale di Apt Basilicata, Antonio Nicoletti, il curatore Appella, e agli artisti. Per Bardi la mostra è ”un’altra importante tappa del viaggio intrapreso dalla Regione Basilicata per celebrare autorevolmente i cento anni dalla nascita di una personalità ricca e complessa come quella del sindaco poeta di Tricarico, Rocco Scotellaro”. Il presidente lucano ha ringraziato tutti coloro che hanno contributo alla realizzazione della collettiva con cui ”attraverso le diverse forme della creatività artistica e i suoi molteplici linguaggi, possiamo infatti leggere ed esplorare più in profondità e senza schemi e pregiudizi l’anima di questo figlio della Basilicata, e il suo originale sguardo sul mondo, non solo su quello contadino, ma anche sul mondo della cultura in generale”.