Notizie Adnkronos
**Letteratura: Montale inedito traduttore di Shakespeare**
Milano, 12 set. – (Adnkronos) – Dagli archivi del Piccolo Teatro di Milano emerge uno Shakespeare inedito grazie alla traduzione di Eugenio Montale, mai pubblicata finora, risalente ai primi anni ’50. L’edizione del “Giulio Cesare” di William Shakespeare nella versione del poeta Premio Nobel appare a cura di Luca Carlo Rossi per la casa editrice Interlinea e sarà presentata mercoledì 20 settembre nel Chiostro Nina Vinchi del Teatro milanese in via Rovello 2 con il curatore e Enrico Reggiani, anglista dell’Università Cattolica, Davide Verga e con letture di Daniele Di Pietro. Il libro, promosso dalla Fondazione Maria Corti nella collana da lei fondata “Biblioteca di Autografo”, è dedicato a Bianca Montale, nipote del poeta, recentemente scomparsa., La traduzione del “Giulio Cesare” firmata da Montale era nata nel 1953 su richiesta di Paolo Grassi e di Giorgio Strehler per il Piccolo Teatro di Milano: un incontro del grande poeta autore di “Ossi di seppia” con il teatro shakespeariano che esalta la maestria espressiva del futuro Premio Nobel nel rendere la concentrazione, la tensione e il dinamismo del potente dramma storico senza che mai vada perduto il timbro peculiare del traduttore., Come scrive il curatore della pubblicazione, Luca Carlo Rossi, “questo Giulio Cesare, ricco di personaggi vivi, tormentati, a tratti colpiti da una luce di grandezza, permette di assaporare insieme la sapienza teatrale di Shakespeare e l’inconfondibile stile di Montale”. Nel libro edito da Interlinea nella traduzione montaliana inedita si legge infatti: “Il male che gli uomini fanno, sopravvive ad essi; il bene è spesso sepolto con le loro ossa; e sia così di Cesare”., La versione di “Giulio Cesare” è il quinto e ultimo incontro di Montale con il teatro di Shakespeare. Da via Rovello, sede del Piccolo Teatro, assurto in pochi anni dalla fondazione a punto di riferimento nazionale, arrivò al poeta la richiesta di preparare una nuova versione di “Giulio Cesare” da mettere in scena nella stagione 1953-1954, destinata quindi alla recitazione senza esiti editoriali., Grassi e Strehler, che già si erano avvalsi di quattro traduzioni shakespeariane di Salvatore Quasimodo, coinvolsero finalmente Montale dopo la sfumata possibilità di rappresentare all’’perto il “Dottor Faust” di Christopher Marlowe da lui tradotto. Montale stesso, nel programma di sala, definisce l’opera un “dramma ideologico in cui gli uomini incarnano principi più grandi di loro”, sottratto però al pericolo di trasformarsi in dibattito astratto fra cesarismo e repubblicanesimo dal genio teatrale di Shakespeare, capace di costruire personaggi umani nei quali balugina una luce di nobiltà tale per cui “l’uomo, restando umano, ha quasi i caratteri di una terrestre divinità”., (di Paolo Martini)